ASI e GENERAL COSTRUZIONI

ASI e GENERAL COSTRUZIONI

In merito al comunicato stampa “L’ASI sbatte fuori la General Costruzioni e manda a casa 5 lavoratori (senza stipendio da un anno)” è doveroso precisare quanto segue.

Innanzitutto è destituito di ogni fondamento il passaggio testuale: “L’ASI di Foggia subentra alla General Costruzioni nella gestione del depuratore, ma non assume i lavoratori della società che li aveva in carico”.
Non è vero che il Consorzio subentra nella gestione e non assume i lavoratori, in primo luogo perché il depuratore è attualmente gestito dalla Società General Costruzioni srl ed è ancora nella disponibilità di quest’ultima e, in secondo luogo, perché non vi è alcuna vicenda o obbligo giuridicamente rilevante e vincolante riguardante il Consorzio in merito a tali questioni.

Ad oggi l’ASI Foggia ha avviato, nei confronti della General Costruzioni srl, esclusivamente il procedimento di revoca della originaria concessione per la gestione dell’impianto di depurazione dei reflui industriali, poiché costretta per motivi di somma urgenza e a tutela della salute pubblica, in esecuzione provvedimento 21 febbraio 2018 assunto dal Dirigente Settore Ambiente – Servizio Tutela delle Acque della Provincia di FOGGIA di diffida a ricondurre i parametri entro i limiti disposti allo scarico nel Torrente Cervaro delle acque reflue provvedendo all’immediato ripristino dell’impianto.

Ogni vicenda relativa all’impossibilità, da parte della General Costruzioni srl, “di far fronte alle spese di gestione fino ad accumulare debiti importanti nei confronti dei dipendenti che non percepiscono lo stipendio da oltre un anno” è del tutto estranea alla responsabilità del Consorzio che, nei confronti della società ha sempre adempiuto ai propri obblighi contrattuali, sino al momento in cui la Società ha, per l’appunto, sostanziato un inadempimento contrattuale grave e tale da incidere negativamente sull’esecuzione del contratto in essere da rifiutare, a propria volta, ogni ulteriore proprio adempimento al fine di non incorrere in ipotesi di sperpero di danaro pubblico in virtù di pagamenti indebiti e, dunque, non dovuti.

Pertanto, i virtù di tale azione giuridica (in itinere) intrapresa dal Consorzio a tutela dell’interesse della collettività, è considerato sospeso e non esecutivo “il pagamento di 440 mila euro, corrispettivo del canone 2014 e parte del 2015”. Non corrisponde al vero, peraltro, che vi sia alcun “accordo di transazione proposto dallo stesso Consorzio”, poiché ogni posizione negoziale deve lasciare il passo all’ottemperanza, per motivi superiori di interesse pubblico, al suddetto provvedimento 21 febbraio 2018 assunto dal Dirigente Provinciale.

Tanto era necessario per rappresentare una corretta informazione relativa alla vicenda.

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